Aeroporto John Fitzgerald Kennedy - New York, NY - 08/05/2009
Il tunnel che porta dall'aereo ai controlli di sicurezza e' lunghissimo, la voglia di correre in albergo a dormire (non ho praticamente chiuso occhio in volo) mi fa camminare velocissimo verso l'uscita.
In mano ho i due questionari che ho dovuto compilare a bordo una ventina di minuti prima dell'atterraggio.
Le domande sono piu' o meno le stesse a cui ho gia' risposto per la richiesta di visto, con un'aggiunta di "Hai partecipato ad azioni belliche per la Germania nazista negli anni della seconda guerra mondiale?" che ci sta sempre bene.
Una poliziotta alta un metro e ottanta mi indica dove mettermi in coda per i controlli: fila 13, decisamente la piu' lenta.
Il poliziotto e' giovanissimo, mi chiede il motivo della mia presenza, quanto a lungo ho intenzione di fermarmi, che lavoro faccio, quanti soldi ho e quanto penso di spendere durante la mia permanenza.
Poi mi indica un pannello verde e mi spiega che devo metterci la mia mano.
Palmo destro, pollice destro, palmo sinistro, pollice sinistro.
Ora guardi verso il sensore.
Ok, avete le mie impronte digitali e la foto della mia retina, fatene buon uso.
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